Nardò: stop alle consulenze d'oro, Pd:"Incarichi esterni ai soliti noti, si metta un freno e si creino albi pubblici dai quali attingere"

Gli incarichi e le consulenze d'oro spesso finiscono per fare la fortuna degli incaricati, e non certo della comunità locale. Non sarebbe certamente la prima volta. Ma proprio sulla questione consulenze, spesso frutto di incarichi diretti, vanno via un mare di risorse pubbliche. Accade con questa amministrazione ma accadeva anche prima. Il nervo scoperto riguarda innanzitutto gli incarichi legali. Un costo enorme che grava sulle casse comunali e sull'Ente come un macigno. I legali sarebbero sempre gli stessi e starebbero guadagnando compensi che in questo periodo storico, in cui la crisi investe anche l'avvocatura, alcuni giovani avvocati non potrebbero nemmeno lontanamente immaginare.  Eppure il comune dispone di un ufficio legale e di ben tre avvocati. Di grande esperienza, per altro. "Fin dal suo insediamento, - afferma Lorenzo Siciliano, consigliere del Pd -  l’attuale Amministrazione ha più volte fatto uso delle consulenze esterne, conferendo incarichi a tecnici e professionisti non facenti parte dell’organico Comunale. La cifra spesa per queste consulenze supera abbondantemente i 100.000 euro. In diverse occasioni per coprire queste spese la Giunta Comunale ha prelevato le risorse dal "fondo di riserva". 
 
IL FONDO DI RISERVA SENZA FONDO - La metà della quota minima dovrebbe essere riservata a spese non prevedibili, la cui mancata effettuazione comporta il rischio di danni certi per l'amministrazione. Il "Tesoretto" il cui stesso nome definisce chiaramente la sua funzione e importanza nel quadro del bilancio comunale, che di certo non è quella di coprire le spese per incarichi esterni, viene spesso adoperato come cassa per venire incontro alle esorbitanti spese riguardanti gli incarichi esterni. Dal Pd riferiscono che "Nel 99% dei casi le delibere di Giunta ratificavano gli incarichi a nomi ricorrenti: pochi nomi, sempre gli stessi. Pochissimi professionisti beneficiano della fiducia dell’ente incassando decine di migliaia di euro, molto spesso per contenziosi innescati da "capricci politici" del Sindaco e della sua maggioranza". 
 
CONSULENZE D'ORO, DA INCENDIARIO RIVOLUZIONARIO A POMPIERE -  Nel suo programma elettorale il "sindaco di tutti" aveva promesso una crociata contro l'uso disinvolto e spesso l'abuso di consulenze esterne. Il marchio di fabbrica dei suoi predecessori. Pippi "Torquemada" così come come il rigido inquisitore e moralizzatore sepolto ad Avila, era stato chiaro e aveva tracciato il suo "Rivoluzionario" percorso. Aveva promesso un approccio diverso ed una vera e propria guerra santa nei confronti di quello che ai suoi occhi di attento oppositore appariva chiaramente come un evidente spreco. "Riduzione delle consulenze esterne ove non strettamente necessarie per mancanza di analoghe professionalità esterne all'Ente". Il "Masaniello" di Casapound che quando era all'opposizione non risparmiava al sindaco Risi le sue dure reprimende, in campagna elettorale promise la "Riduzione delle spese correnti per consulenze esterne tramite un migliore impiego delle risorse umane interne (con ricorso a esterni solo in caso di effettiva incapacità di adempiere all'incarico) e investimenti nella formazione del personale affinchè acquisisca le competenze tecniche necessarie per svolgere le attività". Chissà se alludeva all'ufficio legale o se lo aveva prudentemente escluso dall'elenco. Insomma nel libro dei sogni non mancava l'antidoto per curare quello che lo stesso Mellone individuava come un vero e proprio salasso. La realtà è invece ben diversa e dal Pd evidenziano infatti che si tratta di un "Quadro che continua a comporsi di tasselli amicali". "E' desolante: è il momento di mettere un freno allo spasmodico utilizzo delle consulenze esterne, anche riportando alla luce l'ormai sepolta promessa fatta da Mellone in campagna elettorale, cioè l'abolizione di incarichi e consulenze esterne. Una promessa fatta a gran voce, ai microfoni, in piazza Salandra in quell’ormai lontano giugno 2016. Da allora molto è cambiato in casa della coalizione “del cambiamento”. 
 
DAL PD CHIEDONO ELENCHI PUBBLICI APERTI A TUTTI E TRASPARENZA - Anche nelle gare sotto soglia, al di sotto dei 40 mila euro l’adeguata motivazione non può non imporre all’amministrazione di specificare con profondità la ragione della scelta di quell’operatore economico tra i tanti, sicché l’Anac ha inevitabilmente imposto di motivare l’affidamento diretto con un sistema comparativo. Che, nei fatti, pur non dovendo rispettare né tempi, né forme, né iter, propri di una gara, era comunque una gara informale, perché priva di formalità da rispettare. Questo per quanto attiene ai bandi di gara. Il consigliere del Partito Democratico al contempo propone di "Creare degli elenchi pubblici, uno per ogni categoria professionale, ai quali tecnici e legali neritini possano iscriversi e dai quali il Comune sia vincolato a ricorrere, laddove avesse realmente bisogno di fare ricorso a consulenze esterne. Questo sì garantirebbe trasparenza, imparzialità e possibilità di lavoro per tutti, e non più soltanto per qualche solito nome ormai in calce a troppi atti e a troppe parcelle pagate coi soldi di tutti i cittadini di Nardò.”
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