Il Premio Battisti, ad oggi, resta inconfutabilmente, l’evento di maggior successo mai realizzato nel comune di Nardò. Su quel palco dinanzi ad una vasta platea e ad un foltissimo pubblico si sono avvicendati alcuni dei più grandi artisti del panorama musicale italiano. Ne abbiamo parlato con il suo patron Maurizio Leuzzi, classe '58. A cui abbiamo chiesto di fare un bilancio della manifestazione.
"Battisti era un compagno di viaggio, la prima canzone che che mi ha fatto letteralmente rabbrividire è Fiori rosa fiori di pesco. Era geniale ed un grandissimo innovatore e in molte delle sue canzoni c'era il fascino e la magia della rappresentazione teatrale. Cominciamo col dire che il Premio nel 2003 grazie all'allora assessore dott. Piero Caprio, dopo 4 anni di consensi da parte del pubblico, ebbe una svolta. Furono ospiti della quinta edizione Alessandro Greco con la moglie Beatrice Bocci, il grande e indimenticabile Bruno Lauzi, Paolo Belli. Nel 2004 poi grazie all'amicizia che mi lega, da tempo, a Mario Lavezzi ebbi l'onore di avere il si della signora Loredana Berte. Quella fu davvero un'edizione indimenticabile. Nel 2005 il Premio fu consegnato alla nostra conterranea Mariella Nava, autrice di molte canzoni affidate anche a grandi della musica italiana come ad esempio Renato Zero. Nel 2006 con i Dik Dik ho avuto il piacere di avere ancora Mario Lavezzi e Antonino che, qualche anno prima, era stato incoronato da Maria De Filippi nel talent Amici. Proseguo con il 2007, ospite straordinario della 9° edizione, fresco vincitore del festival di Sanremo, Simone Cristicchi. Anche quell'anno, come il precedente, videro il Premio svolgersi alle 4 Colonne, a Santa Maria al bagno di Nardò. In seguito, senza portarla alla lunghe, abbiamo avuto ospiti sempre prestigiosi, mi piace ricordare nel 2008 l'incarico a Tommaso Zuccaro per la direzione Artistica. Altri ospiti che si sono susseguiti negli anni: Antonella Ruggiero, Andrea Mingardi, Ron, Franco Simone, Franco Fasano, Cheryl Porter, Dario Baldan Bembo, per arrivare al grande Mogol ospite nel 2014. Mi piace ricordare anche nel 2016 l'edizione svolta con l'attuale amministrazione dove abbiamo avuto ancora ospite l'amico Mario Lavezzi e Amedeo Minghi. Bravissimo Beppe Convertini oggi in programmi TV su RAI Uno. Poi da menzionare gli Audio 2, Enrico Ruggeri e Stefano D'Orazio ospiti nel 2015. Beppe Convertini presentò l'edizione del 2016.
Dica la verità alla luce degli onori ma anche degli oneri e dei sacrifici: lo rifarebbe?
"Lo rifarei correggendo qualcosa, soprattutto starei molto attento a non voler ad ogni costo fare il passo più lungo della gamba nel senso che, per rendere sempre più interessante l'omaggio a Battisti non ho badato a spese pensando, devo dire, ingenuamente che, tutti gli addetti alla realizzazione dell'evento mi sarebbero stati accanto, purtroppo questo non si è verificato".
L’associazione musicale Lucio Battisti ha mosso i primi passi nel 1999, mi corregga se sbaglio sarebbero 21 anni, ed è il caso di dirlo “suonati”. Ci spiega i motivi che animarono un gruppetto di sognatori e di appassionati?
"L'associazione è nata per la grande ammirazione che mi ha sempre legato a Lucio Battisti. Purtroppo, dopo la sua prematura scomparsa ,per me è stato come un obbligo tenere in vita ogni anno colui che mi ha accompagnato nel percorso della mia vita".
Durante la chiusura forzata l’abbiamo vista dilettarsi alla chitarra sui social. La passione è dura a morire...
"Mi scuso con tutti quelli che hanno visto esibirmi su Facebook con la chitarra. Ai tempi della Radio, vi ricordo che per 25 anni ho svolto programmi musicali e di intrattenimento su Radio Mondonuovo, all'epoca mi divertivo a comporre delle canzonette, credo di essere arrivato a comporne un bel po'. Quindi, forse perché non sono mai stato un esibizionista ad una certa età ho deciso di rituffarmi nel passato. Romperò ancora le scatole. Comunque non suonavo la chitarra da una trentina d'anni. Ma, pian piano, vedrete che ci sarà un miglioramento".
Ci spiega come è nata l’idea di un Premio dedicato proprio a Lucio Battisti?
"L'idea del Premio l'ho già espressa, per chi ha avuto la fortuna come me di vivere Lucio Battisti dalle origini, chi si è veramente identificato allora non può fare a meno di portarsi appresso il ricordo di questo genio".
Leuzzi dopo l’ultimo evento, era il 2017, la decisione, immagino sofferta, di trasformarlo in una kermesse itinerante. Ce ne spiega le ragioni?
Purtroppo non avendo più avuto il piacere di riconfermare l'evento nella mia città, ho dovuto cercare altre collocazioni, questo perché non ho mai pensato di abbandonare la mia idea sull'utilità di portare avanti il Premio Battisti. Spero la mia Associazione, dedicata proprio a questo grande della musica italiana, torni dove è sempre stata cioè a Nardò. Ho ricevuto inviti da diversi comuni della nostra provincia, questo mi fa un un'enorme piacere ma, ripeto, sono di Nardò non me ne vogliano gli amici degli altri comuni ma, il Premio Battisti tornerà a Nardò, naturalmente quando ne avranno voglia i nostri amministratori.
Ci racconta un aneddoto legato all’evento o una curiosità che non ha mai rivelato?
Ci sono tante cose e tanti aneddoti da raccontare in 21 anni di Premio Battisti. Voglio raccontarvene solo uno: nel 2004, l'anno della Berte', appena arrivata a Nardò disse a Mario Lavezzi: "sto posto nu me piace pe niente". Aveva ragione, eravamo ancora impreparati ad accogliere un personaggio di tale spessore, insomma era un po' tutto all'acqua di rose. Si recà arrabiatissima all'interno dei portici del palazzo nei pressi di piazza castello dove quell'anno si svolgeva l'evento, e salì in casa di una persona. In quell'istante pensai: adesso va via. Andai di corsa, entrai in casa di questo signore dove si trovava la Berte' e le dissi: "Signora per Nardò è un grande onore accogliere una tra le più grandi interpreti del panorama musicale mondiale al che mi rispose": "Ah, questo me fa piacere", allora compresi che la situazione era volta al meglio.
Nella marina di Sant'Isidoro c'è una villa con accesso diretto al mare. La leggenda narra che in una lontana estate degli anni '60, Lucio Battisti e Giulio Rapetti (in arte Mogol) ospiti del loro amico Adriano Pappalardo, diedero vita ad uno dei capolavori della musica italiana: "Acqua azzurra, acqua chiara" ispirandosi alle acque cristalline della Baia di Torre Squillace. Avra’ sentito dell’idea da parte dell’amministrazione comunale di dedicare un monumento all’artista nativo di Poggio Bustone in quel di Sant’Isidoro. Non era forse una sua idea?
Certo l'idea di dedicare una piazza o una scultura a Lucio Battisti l'ho avuta io e l'ho anche protocollata con un documento ufficiale presso il comune di Nardò già nel 2004 ma, all'epoca mi risposero che sarebbero dovuti trascorrere almeno 10 anni dalla morte dell'artista (Lucio Battisti morì nel 1998 ndr). Trascorsi i dieci anni protocollai un'altra richiesta, purtroppo non venne presa in considerazione. Nel 2017, nell'incontro che ebbi con l'allora assessore Francesco Plantera e la consigliera Giulia Puglia, avremmo dovuto organizzare il Premio a sant'Isidoro, dissi loro di questa bella opportunità ma, le cose poi andarono diversamente.Opportunità che avrebbe avuto risonanza mediatica di rilievo. È sempre stato uno dei miei pensieri dedicare una piazza o un busto a Lucio Battisti. Ad onor del vero a detta di Mogol "Acqua azzurra, acqua chiara" sarebbe nata in Umbria, mentre da noi, Mogol confermò, sono nate la "Canzone del sole" ed "Eppur mi sono scordato di te" portata al successo dalla Formula 3.
Il patron del Premio Battisti ce l’ha un sogno musicale nel cassetto?
"Il cassetto è sempre pieno di sogni. Sono ancora lì, devo dire che ancora continuo a sognare, almeno quello non può togliormelo nessuno".
Dove potremo assistere al prossimo evento, considerando che la scorsa stagione si è svolto tra Galatone e Copertino?
"Spero, virus permettendo che il prossimo Premio Battisti si svolga a Nardò. Questo l'ho sempre detto e ripetuto. Mi piacerebbe infine ringraziare il maestro Marcello Malandugno per le sue splendide opere in maiolica hanno rappresentato come meglio non si potrebbe la bellezza del nostro territorio".
Marco Marinaci
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