Si affilano coltelli nell'ombra che avvolge l'ipotesi di una candidatura di Mellone alle regionali (ma troverà uno straccio di candidatura? E se la trova la troverà con chi ha la possibilità di conseguire un'elezione magari con i resti?); tante sono le velleitarie speranze dei tantissimi nanerottoli politico-amministrativi che hanno scroccato un ruolo alle spalle del sindaco asfaltatore.
Tra le tante emerge la manovra di chi è stato sodale di Mellone per 7 anni in ruolo di rilievo tenendo in società i cordoni della borsa (Mellone non ha mai lasciato molto potere ai suoi assessori, li ha tenuti tutti al guinzaglio più o meno lungo).
Ebbene c'è chi aspira a vestirsi di centro destra, come una volta tutti si intruppavano nella Democrazia Cristiana (anche l'avo dell'Asfaltatore), contando sulla scarsa memoria dei cittadini e fidando nella crescita di Fratelli d'Italia. Punta a dipingersi come uomo nuovo, lo può essere per gli abitanti di Copertino dove è riuscito a spuntare un lucroso contratto di consulenza ma non a Nardò dove solo i disinformati e i creduloni possono dimenticare il ruolo determinante che ha avuto nei numerosi flop melloniani. Cominciando dalla denuncia fasulla alla Corte dei Conti sul fantomatico falso in bilancio delle amministrazioni guidate da Marcello Risi, finito assolto totalmente da accuse costruite senza alcun fondamento.
Poi nelle elezioni il Nostro campione si candidò con altra coalizione rispetto a Mellone e a Risi, coalizione che non arrivò al ballottaggio ma fu lesto ad abbandonarla e a voltare gabbana e ad intrufolarsi nell'amministrazione Mellone millantando la sua grande (sic!) competenza nella gestione di bilancio e finanze di enti comunali. Tanto grande da pretendere il richiamo a Nardò di un dirigente che non aveva propriamente brillato nella sua precedente esperienza. E per far posto a questo dirigente innescò una ridistribuzione degli incarichi dirigenziali fatta con i piedi che ha portato ad un contenzioso infinito risoltosi con una pesante condanna in tutti i gradi della giustizia amministrativa con pesantissimi risvolti economici sulle casse comunali sia per le onerose spese di causa sia per i cospicui risarcimenti rivendicati dai danneggiati. Poi prestò il fianco alla nomina di un consulente di altissimo livello che però aveva, all'epoca, il difettuccio di essere indagato con imputazioni di contiguità ad un metodo tutt'altro che ortodosso, nomina ritirata nel giro di una notte perchè c'era, all'epoca, nei dintorni dell'amministrazione Mellone, qualcuno che aveva il senso delle istituzioni.
Fu poi sollecito sostenitore del gruppo di professionisti che agivano per conto dell'investitrice straniera che aveva messo gli occhi e le mani sulla zona della Sarparea. Ne facilitò l'azione introducendoli nuovamente a Palazzo Personè, agevolando i colloqui con il sindaco che gestì la faccenda senza coinvolgere il resto della compagine amministrativa anche se l'operazione è finita in un limbo di cui non si hanno notizie da almeno cinque anni. Servì a favorire il ritorno in amministrazione di un suo personale sodale di lunga data che si professa ambientalista ma che ha solo interesse alle poltrone assessorili con tutte le amministrazioni possibili. Poi il clamoroso caso della vendita dell'edificio, mai completato, dell'ex Gerontocomio con fragorosi comunicati stampa e selfie a tutto spiano per comunicare la vendita, in cambio di lavori pubblici per una cifra che si avvicinava al milione e mezzo di euro, ad impresa che lo avrebbe ristrutturato e poi gestito come simil residenza per anziani con anche (ma anche un barlume di logica dove stava?) con un punto nascita per perpetuare il codice fiscale F842 portato in dote dai nuovi nascituri. Vicenda finita nella nebbia più fitta che avrebbe meritato una maggiore attenzione da parte delle forze investigative tributarie per le quali Nardò sembra essere diventato, però, un paradiso fiscale extra territoriale con relativa immunità.
Come pure avrebbe meritato tantissima attenzione la valutazione attribuita, a bilancio, allo stesso immobilie dell'ex gerontocomio improvvisamente derubricato a immobile fatiscente dal valore nullo mentre rimane misterioso e per nulla trasparente quello iscritto per intere consiliature nei libri contabili del Comune di Nardò. Pur tralasciando il costo faraonico per l'abbattimento del manufatto e lo smaltimento delle macerie sempre gestite dall'ineffabile esperto dei bilanci pubblici.
A tutto si aggiunge una costante cortina fumogena stesa ad eludere la trasparenza dei conti comunali sfruttando la sinteticità permessa da alcune improvvide riforme degli enti locali, Nessun cittadino di Nardò è sufficientemente informato sugli esiti del riepilogo economico annuale che va sotto il nome di bilancio, nessuno conosce chiaramente se le singole annualità, gestite dal nostro impareggiabile aspirante candidato sindaco, si sono chiuse in attivo o in perdita, tutto annegato in fumosità tecnicistiche senza quella trasparenza che l'Asfaltatore aveva messo a base della sua conquista del Castello degli Acquaviva
Con queste premesse avanzare candidature a prossime sindacature significa avere una bella faccia di bronzo mentre i vertici dell'attuale partito di maggioranza relativa (a livello nazionale) sbaglierebbero tutto ad indicare in tale soggetto il rappresentante di una ipotetica corsa contro il movimento melloniano rischiando di cadere dalla padella alla brace; in realtà prenderebbero un clone, anche riuscito peggio, dell'Asfaltatore simile anche nel voltar gabbana.
Ricordiamo infatti che. nell'atto di levare le tende dall'assessorato, il Nostro eroe produsse una lettera di amorosi sensi con tanta sdolcinata affezione nei confronti del Mellone da far intendere sentimenti che andavano ben “oltre” una virile consociazione partitica.
Insomma se i vertici del centrodestra, e in particolare quelli di Fratelli d'Italia, si accodassero al Nostro nel tentare un'alternativa all'Asfaltatore rischierebbero di sentirsi opporre il noto modo di dire: “Se non è zuppa è pan bagnato” .
Werther Messapo