Tutte le delibere riguardanti la rotazione dei dirigenti avviata da Mellone a inizio legislatura sono illegittime. Lo ha scritto nero su bianco il TAR nella sentenza di condanna del Comune di Nardò in una ennesima causa storica che porta il marchio dell'amministrazione Mellone. Un marchio - afferma il consigliere comunale Lorenzo Siciliano - che si conferma caratterizzato da sciatteria amministrativa e incompetenza a governare.
La sentenza del TAR condanna il Comune a pagare le spese processuali e le spese degli avvocati, spiana la strada a un risarcimento di decine di migliaia di euro nei confronti dei dirigenti che hanno vinto la causa, ed espone l'ente ad ingenti spese, anche per pagare il solito avvocato esterno.
Davanti a questa sentenza non rimarremo di certo fermi a guardare l'ennesimo sfacelo provocato da Mellone e i suoi.
Stavolta interesseremo la Corte dei Conti in quanto, a nostro giudizio, è molto probabile che ci sia un danno erariale. E non è giusto che a pagare le smanie dispotiche di questo sindaco siano, ancora una volta, tutti i cittadini onesti della nostra città.
A Mellone, che accusa “loro” (loro chi, noi?) di essere a favore della casta mentre lui è dalla parte del popolo, vogliamo dire che i cittadini di Nardò non sono fessi. Egli, finora, non ha abolito né quella che lui definisce “casta” né i suoi privilegi. Tutt'altro, ne ha ingrossato le fila con decine di nomine e incarichi ai soliti amici, ogni nomina una “voce di spesa” in più che grava sulle tasche del “suo” popolo, anche quello che non lo ha votato.
È a nome dei cittadini onesti, indignati e stanchi, che si sentono presi in giro dalle parole sempre sprezzanti del proprio sindaco, ma anche in virtù dell'amore che proviamo per la Città e per il buon nome delle nostre istituzioni, che rappresentiamo tra i banchi del Consiglio Comunale, che ci sentiamo in dovere di chiedere al sindaco Pippi Mellone di rassegnare una buona volta le sue dimissioni.