Una missiva del dirigente comunale del comparto ambiente con i dati sensibili delle utenze sottoposte a misure di isolamento obbligatorio e/o quarantena a seguito di possibile contagio con virus Sars-cov-2 finisce su whatsapp e fa il giro del mondo. Con buona pace della privacy violata.
Una missiva a firma del dirigente dell'area 4 (Sviluppo e pianificazione del territorio, Ambiente, Servizi ecologici e Demanio) finisce su Whatsapp e si scatena il finimondo. La comunicazione è diretta via Pec all'azienda (Bianco Igiene) che si occupa della raccolta dei rifiuti ed è volta a comunicare estratto degli elenchi ricevuti dalla Asl relativo alle persone per cui alla data del 07/09/2020 sono ancora in corso le misure di prevenzione; a maggiore tutela della privacy degli interessati - si legge nel documento - i dati sono stati limitati a quelli del domicilio ed alla durata della quarantena.
Segue nella comunicazione l'elenco aggiornato delle utenze comprensivo di domicilio e relativo numero civico. Sulla questione interviene Lucio Tarricone che afferma: "Da giorni su wa, e social vari circola una lista contenenti dati sensibili di nostri concittadini che doveva essere riservata. Riservata perché, forse, alcuni di loro potrebbero essere positivi al covid 19. Una precauzione necessaria. Questa lista non si sa come è divenuta pubblica. E i malcapitati inseriti additati al pubblico ludibrio. È una vergogna. Intanto non vi è alcun pericolo di contagio se rispettiamo tutti e dico tutti le regole".
"E poi ammesso che queste persone abbiano contratto il virus hanno il diritto di essere lasciate tranquille. In una situazione scandalosa come questa le autorità preposte sarebbero dovute intervenire immediatamente individuando e colpendo i responsabili della "fuga di notizie" e sopratutto proteggendo le persone interessate. A Nardò il sindaco posta quattro righe sulla sua pagina fb, peraltro dopo aver fatto il solito pistolotto contro la stampa "nemica", e solo dopo che il consigliere di opposizione Siciliano aveva denunciato l'accaduto e chiesto il suo intervento. È scandaloso. Queste situazioni devono essere trattate sugli organi istituzionali, con tatto e decisione. I suoi "amici" tacciono, vilmente. Mi chiedo cosa aspettano le autorità superiori prefetto in testa a intervenire? Qui parliamo di salute pubblica e di negazione dei diritti inalienabili dei cittadini alla propria privacy.Povera Nardò...".
VIOLAZIONE DELLA PRIVACY, COSA DICE LA NORMA - Non si tratta soltanto di «infilare il naso» negli affari altrui. La violazione della privacy è un reato che può avere dei risvolti amministrativi e penali pesanti per chi crea un danno ad un’altra persona utilizzando i suoi dati personali, i cosiddetti «dati sensibili» (ma non solo quelli, come poi vedremo). Come spiega, infatti, il Codice per la privacy «chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell’articolo 2050 del codice civile». Ma commette illecito anche chi, come nel caso di un’azienda, non adotta gli strumenti necessari per proteggere i dati personali dei dipendenti Finisce nei guai, insomma, chi utilizza quei dati e chi non li protegge.
Il sindaco di Nardò a riguardo e a tarda ora (Erano le 22.35) ha postato sui social queste righe:"E' successa una cosa molto grave. Lungo la catena di comunicazione che garantisce il ritiro dei rifiuti domestici delle persone in quarantena (in quarantena non significa automaticamente positive!) è stata rubata una comunicazione con dati sensibili e quindi riservati. Questa comunicazione oggi (ieri per chi legge n.d.r.) ha fatto il giro delle chat di WhatsApp. Ho subito allertato l’ufficio legale del Comune, che denuncerà l'accaduto alle forze dell'ordine, in modo da individuare i responsabili. Anche in questa fase serve imparare a convivere con l’emergenza con molta responsabilità. Quindi mascherine, distanza e buon senso".