A pochi giorni dalle elezioni, si vota il 20 e il 21 settembre, facciamo il punto con Giancarlo Marinaci candidato al consiglio regionale di Puglia nella lista Popolari con Emiliano.
Come vive il rapporto con l’elettorato, e di quali esperienze ritiene di aver fatto tesoro in questa fase?
Ho incontrato e incontro, ogni giorno, tantissime persone, che convivono con problemi piccoli e grandi. Potrei raccontare decine di storie di “eroi” di casa nostra nelle loro umanissime e difficili quotidianità. Chiedono soluzioni ai loro problemi e non certo inutile pietismo. Ho incontrato anche diversi imprenditori illuminati, coraggiosi e con la pazienza che appare davvero inesauribile. Uno di questi mi ha riferito che la zona industriale di Nardò l’hanno praticamente “realizzata da soli”. Questo perché la politica in queste lande è vistosamente inadeguata. Mancano ancora servizi essenziali come acqua e fogna, altro che “Banda larga”. I ritardi, le inefficienze, la scarsa illuminazione, tutte queste carenze non fanno altro che rendere sempre più complesse le condizioni di chi sceglie di fare impresa in un territorio difficile. E che solo per questo andrebbe premiato.
Ha deciso da subito di sostenere Michele Emiliano, già governatore della Puglia? Se sì, perché?
Il sostegno a Emiliano è maturato in seguito ad un lungo dibattito interno. Alla fine tutti quanti siamo stati d’accordo che non potesse passare una coalizione che ha Lega di Salvini nel “motore”, e che finirebbe per consegnare, in caso di vittoria, le chiavi del meridione alla classe dirigente del Nord. Sarebbe un errore imperdonabile. Ma occorre che passi un messaggio chiaro nei contenuti e dagli elementi di forte innovazione rispetto ad una politica che deve imparare a rispondere concretamente alle istanze della nostra comunità. E che spesso appare invece distante.
Secondo lei, guardando al suo territorio, occorrerebbe rimediare a qualche errore commesso?
Partirei dal progetto del cosiddetto scarico zero che a Nardò prevedeva, almeno sulla carta, un adeguamento dell’impianto di depurazione di Nardò e della linea di trattamento dell’impianto di depurazione di Porto Cesareo nel rispetto dei limiti per il riutilizzo dei reflui depurati in agricoltura. Il progetto strombazzato dal primo cittadino è stato letteralmente rispedito al mittente dal Ministero dell’Ambiente. Anche sul fronte della sanità chiederei un deciso passo indietro rispetto al depotenziamento del nosocomio di Nardò, oggi trasformato in poliambulatorio. Privare Nardò di un Pronto Soccorso è inaccettabile. Sulla discarica di castellino, altra evidente problematica irrisolta, siamo ovviamente critici: non è stato fatto nulla, solo chiacchiere sulla caratterizzazione infinita. Pensi che il gestore dovrebbe, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, “provvedere ai necessari interventi di bonifica e\o messa in sicurezza della discarica”. Una barzelletta. Il monitoraggio deve essere invece pubblico. Secondo me il sindaco di Nardò farebbe prima ad avocare a sé la delega all’ambiente. Certo, mi rendo conto che, per fare una scelta di questo tipo, occorre essere coraggiosi.
Si reputa un candidato vicino al sociale che spera di operare un forte cambiamento in seno alla sanità e al welfare. Ce ne spiega le ragioni?
La mia storia parla chiaro, conosco perfettamente le problematiche e le criticità del nostro territorio. La sanità richiede interventi urgenti volti a salvaguardare persone che non vanno lasciare sole. La salute è un diritto non una generosa concessione. Occorre, per fare un esempio, una svolta rilevante rispetto alla questione delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Introdotte in Italia a metà degli anni novanta, si tratta di strutture non ospedaliere, a carattere sanitario, che ospitano per un periodo o a tempo indeterminato persone non autosufficienti, che a volte non possono essere assistite in casa e che hanno bisogno di specifiche cure da parte di più medici specialisti e di una articolata assistenza sanitaria. Le rette da corrispondere alle aziende private a carico delle famiglie sono esose e insostenibili, il contributo della Regione inadeguato, le persone andrebbero aiutate e le famiglie non andrebbero lasciate sole. Manca inoltre un indispensabile coordinamento tra gli enti ed è una situazione, mi creda, assolutamente angosciante. Devono essere potenziate e devono essere soprattutto sottoposte a controllo da parte di Enti Pubblici. Nel nostro comune, a parte un centro diurno destinato ai diversamente abili, non vi è praticamente nulla. E l’unico gerontocomio esistente, almeno sulla carta, è stato frettolosamente svenduto.
Qual è il suo motto per questa campagna elettorale e perché bisogna votare Giancarlo Marinaci il 20 e 21 Settembre?
Il mio motto è “Cambiare, insieme”. Ho sottolineato in rosso l’espressione “Insieme” e non certo a caso. L’ho scelto perché ritengo di essere un’espressione del territorio che in virtù della sua esperienza è contrario all’autoritarismo ed è assolutamente convinto della bontà del gioco di squadra. Gli elettori votando Giancarlo Marinaci scelgono un progetto alternativo alla gestione fallimentare della nostra Nardò, e lo fanno attraverso un esponente politico che conosce bene i problemi del territorio e della popolazione, delle famiglie e delle imprese.