Mellone-Emiliano, come riferisce Veneziani un amplesso prosciutto e melone, ma il prosciutto è... sugli occhi

In un articolo di “colore” sulla singolare accoppiata Emiliano Mellone anche il pluridecorato Marcello Veneziani si cimenta con il vituperato endorsement del governatore e accosta il connubio contro-natura ad una ricetta barese quella di riso patate e cozze paragonando la formidabile intesa ad una vera e propria “amicizia e adozione a distanza”.

“Il loro amplesso – scrive Veneziani è un po' come prosciutto e Melone, dove Emiliano fa la parte del prosciutto”. Il sindaco che è entrato non solo nelle grazie ma anche nella mente del presidente senza più uscirne (Immaginate Vendola ad esprimersi nello stesso modo) non nasconde di compiacersi dell'appoggio e del sostegno elettorale alla sua persona. Poi Veneziani nel pezzo rammenta frettolosamente tutta una serie di opere buone o presunte tali che il nostro sindaco avrebbe messo in cantiere citando tra le altre cosette il lungomare ed anche la demolizione dell’ecomostro.

Quelle cose prese un po' a casaccio giusto perché te le raccontano. Avrebbe dovuto da grande giornalista informarsi meglio. Gli avrebbero confessato che l’ecomostro non era certo un edificio abusivo magari edificato da privati che impediva la vista mare ma la sede comunale che era costata diversi centinaia di milioni e che attendeva solo di essere completata. Ed era stata finanche collaudata.

Gli avrebbero riferito che per realizzare il lungomare (Diverse le criticità riscontrate come l’assenza di sedute e altre cosucce) il comune si è indebitato fino al collo perché non sono certamente finanziamenti comunitari ma risorse preziose da restituire fino all’ultimo centesimo. L’Urban Park non è il Central Park ma un piccolo giardinetto con un timido accenno di vegetazione (Non c’erano quattrini evidentemente necessari a comprare gli alberi) ma un parcheggio grande quasi più del parco stesso.

Avrebbe dovuto chiedere allo stesso Mellone di spiegare in che modo si possa governare una città di circa 31 mila abitanti infischiandosene delle minoranze vessate, offese nel loro ruolo e nella loro dignità e ostacolate in tutti i modi fino ad eludere per anni (SIC!) la risposte ad interrogazioni consiliari neanche la gestione del comune fosse solo affar suo. La democrazia cancellata neanche fosse il reuccio di uno stato del centrafrica. Un dispotismo tutt’altro che illuminato e di maniera.

Il Mellone non va in bicicletta ma scorrazza in Vespa o sulla sua Mini parcheggiando il più delle volte “dove cazzo gli pare”. Si veste come un camallo per dare agli allocchi che se la bevono la percezione nazional popolare ma appartiene ad un ceto elevato, è un privilegiato figlio di un possidente e non certo di un umile lavoratore. Sicuramente il papà non è un self-made man. Un po' come lui che pur non avendo mai lavorato campa bene a spese della comunità che lo mantiene e gli consente una vita lussuosa ed anche stravagante.

Alla comunità il sindaco di Casapound dovrebbe invece rispondere del suo operato, dovrebbe fare chiarezza e agire in trasparenza. Veneziani avrebbe dovuto informarsi in materia di ambiente e di servizi sanitari, questi ultimi azzerati. Eppure aveva frettolosamente promesso che i bambini sarebbero nati a Nardò. Invece l’ospedale (Che aveva promesso di riattivare) è restato un desolato poliambulatorio e del punto nascite come del pronto soccorso neppure l’ombra. In tema di ambiente la logica del tubo che rende inquinato il tratto di costa al largo di Torre Insserraglio o la discarica di castellino, mai bonificata.

L’assessore all’ambiente però rassicura circa la totale noncuranza (Cinque anni di frottole) e si gode il mare tra i più belli d’Italia, peccato che nelle marine manchino servizi essenziali come la fogna o l’acquedotto (SIC!)oramai da decenni. In compenso abbiamo piste ciclabili inutilizzate perché pericolose, perché realizzate senza alcuna continuità in cui il monopattino o la bici rappresentano non un viaggio ma un’odissea. Nessun piano (sarebbe stato indispensabile) riguardante la viabilità che andava ridisegnata, e ci mancherebbe.

E’ una cartolina sbiadita ma ponderosa come celebrano erroneamente i ragazzi di Casapound che vaneggiano di ciò che neppure conoscono. Ponderoso significa pesante, ben altro significato assumerebbe poderosa. Quel che avrebbero inteso riferire. Ma la lingua italiana che per costoro è un mistero indecifrabile e spesso viene adoperata in malo modo. Ce ne accorgiamo, purtroppo, ogni giorno. A questo punto perché nascondersi dietro ad un nome insulso “Difendere Nardò” come riferimento di una lista che rappresenta Casapound? Neanche il coraggio di rivelare la propria identità, ed il vuoto e l’assenza del pur minimo valore che possa dare un senso ad un agire politico privo di qualsiasi consistenza.

M.Marinaci

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