Il 19 luglio 2012 la Corte di Giustizia Europea condannava l’Italia per la mancata applicazione della Direttiva sulla depurazione 91/271 CE, (procedura d’infrazione 2004/2034, causa C-565/10) in oltre cento agglomerati italiani (1). Procedura d'infrazione significa solo multa, ma dal 2015, con la Legge n. 68, è stato introdotto nel codice penale un nuovo delitto a salvaguardia dell’ambiente. Inquinare è diventato reato penale punito col carcere. Ciò che avviene a Nardò, come spiegato (2), configura un comportamento delittuoso chiamato “crimine ambientale”. A margine delle indagini da me svolte è emerso un fatto ancor più sconcertante, che, se provato, delineerebbe anche un altro atto criminale dopo quello ambientale a danno della salute pubblica. Ma andiamo per gradi.
In provincia di Lecce ci sono 38 depuratori, di cui solo Nardò, Gallipoli e Lecce scaricano in mare. Dove scaricano i restanti 35, se non in mare? Semplice, sulla terraferma: in torrente Asso, in trincee disperdenti o nel sottosuolo. Geologicamente il Salento è una piattaforma carbonatica (calcarea) con una stratigrafia carsificata per il 100% della superfice, quasi piatta e senza fiumi superficiali. Le acque piovane, di irrigazione, di scarico civile e industriale finiscono più o meno rapidamente giù sottoterra, dove si accumulano nella falda acquifera. Dopo queste elementari nozioni geologiche e naturali del Salento, che tutti dovrebbero sapere, un cervello medio immediatamente si fa una domanda: i reflui dei 35 depuratori che non scaricano in mare, quindi finiscono sottoterra? Cioé in falda? La risposta è si.
Almeno finché esiste la forza di gravità e la legge di Lavoisier (nulla si crea e nulla si distrugge), quel liquido percolerà attraverso le micro o macro frattura delle rocce, fino a giungere alle falde acquifere. Ebbene si, questo è il recapito finale dei reflui. La terminologia usata dalla politica è distorsiva, chiama le trincee “disperdenti”, come il “termovalorizzatore” invece di “bruciatore di rifuti”. Un inganno per menti poco sveglie. Il refluo è liquido, non si disperde mai, ma scola fino al fondo. Tutte le sostanze chimiche usate in agricoltura, quelle percolanti da discarica, quelle di natura anche radioattiva rilasciate dai rifiuti urbani ammassati in cave occulte arrivano nelle acque sotterranee. E fin qui siamo solo al reato penale di inquinamento ambientale.
La cosa più sconcertante in assoluto fu un’altra scoperta: la fonte di provenienza della nostra acqua potabile, quella che esce dai rubinetti di casa, fornita da AQP alle utenze domestiche della provincia di Lecce viene dalle falde leccesi inquinate. Che le nostre falde siano inquinate è confermato dal CNR-IRPI di Bari "risultano potabili solo piccole estensioni del Salento” (3). Se al resto dei pugliesi l’acqua arriva da altre fonti, come la sorgente Sanità del fiume Sele, in località Caposele, Cassano Irpino in Campania, o l’invaso di Monte Cotugno a Senise, oppure dal lago del Pertusillo in Basilicata, ai leccesi arriva da circa 120 pozzi sparsi in provincia di Lecce. Invece l’Ente gestore e fornitore, Acquedotto Pugliese, rassicura “ è buona per davvero, come confermano i controlli di qualità” (4). Mi dovrebbero dire cos’è quella consistente patina biancastra che si forma nella pentola già dopo pochi minuti di bollitura dell’acqua “potabile” presa dal rubinetto.
Alcuni anni fa la rivista “l’Espresso” titolava in prima pagina: “Bevi Napoli e poi muori” (5). Era successo un finimondo, le forze armate americane di stanza a Napoli fecero analizzare a proprie spese (3 milioni di dollari), le acque potabili fornite dall’Ente campano. I risultati delle analisi indussero gli americani a vietarne l’uso ai propri militari perfino per lavarsi i denti e fare la doccia. Avevano trovato, tra l’altro, anche uranio, nota sostanza radioattiva. Ricordo la risposta del prof. Giorgio Assennato (direttore ARPA Puglia): “il problema sono le leggi italiane, noi dobbiamo monitorare solo alcune sostanze, meno che in America”.
Ovviamente l’uranio, come tante altre sostanze, non è obbligatorio monitorare, come ad esempio il glifosato (Roundup), sostanza erbicida disseccante cancerogena, che i nostri agricoltori usano a iosa. Gli oliveti come i campi di grano, quelli di taglia bassa di varietà OGM denominata “Creso”, resistenti al glifosato, sono regolarmente irrorati per distruggere le erbe infestanti. A margine delle indagini sul “tombamento” illegale di fusti di PCB e rifiuti radioattivi, dopo la confessione del camorrista pentito Carmine Schiavone, il procuratore capo di Lecce Cataldo Motta ebbe a scoprire che gli agricoltori leccesi consumavano più glifosato di tutti gli altri pugliesi. Questa sostanza chimica e altre 200 circa usate e scaricate nell’ambiente, non sono monitorate da AQP ed ARPA perché il D.L. 31 del 2001 non le richiede obbligatorie. Quando AQP dice che l’acqua di rubinetto “è buona per davvero” dice che i circa 25 parametri fra sostanze chimiche, valori fisici e batteriologici obbligatori sono sotto soglia (i “controlli di qualità), ex D.L. n. 31 del 2001. Non controllano glifosato ed altri veleni perchè non obbligatori. Questa è l'acqua “buona per davvero”.
Chiudo con un dato sanitario. La provincia di Lecce ha il triste primato della più alta incidenza di tumori da Roma in giù. In medicina non si può e non si deve semplificare, la malattia tumorale si definisce multifattoriale. Può l'acqua che si beve dal rubinetto essere uno dei fattori? Ognuno decida da solo il da farsi, perché cambiare sistema di depurazione e scarico richiede tempi lunghi. Intanto la gente beve dal rubinetto.
BILIOGRAFIA
3- Polemio, Limoni, Mitolo e Virga "Degrado qualitativo delle acquee sotterranee pugliesi" . CNR-IRPI, Bari 2006
4- https://www.aqp.it/controlli-qualita-acqua-rubinetto-buona-davvero#:~:text=Sono%20oltre%20600mila%20i%20parametri,quotidianamente%20vengono%20eseguiti%20da%20AQP HYPERLINK "https://www.aqp.it/controlli-qualita-acqua-rubinetto-buona-davvero#:~:text=Sono oltre 600mila i parametri,quotidianamente vengono eseguiti da AQP." HYPERLINK "https://www.aqp.it/controlli-qualita-acqua-rubinetto-buona-davvero#:~:text=Sono oltre 600mila i parametri,quotidianamente vengono eseguiti da AQP".