Dal Consiglio di Stato arriva l’ennesima batosta giudiziaria ed economica per il Comune di Nardò a causa di scelte scellerate compiute dal sindaco Pippi Mellone e dalla sua Giunta.
È del 30 Giugno la sentenza con cui il Consiglio di Stato mette la parola fine alla querelle giudiziaria innescata da una serie di delibere di Giunta Comunale con cui Mellone e i suoi assessori decisero, appena insediati, di destituire dal loro ruolo alcuni dirigenti comunali per fare spazio ad altri, peraltro senza bandire alcun concorso pubblico.
Fin dall’inizio di questa serie di scelte, evidentemente mirate a creare una macchina amministrativa piegata ai voleri della parte politica, affermammo chiaramente il nostro disappunto, rimasto totalmente inascoltato. Parliamo di una precisa volontà di Mellone e i suoi assessori che hanno esposto l’ente comunale a sborsare centinaia di migliaia di euro solo per le spese legali sostenute, e da sostenere, in questo folle giudizio. Folle perché il Comune di Nardò, nella persona del sindaco, non soltanto ha violato - oggi per affermazione non più dell’opposizione, ma dell’autorità giudiziaria - una serie di norme, ma ha speso un fiume di denaro per andare a dire nei tribunali di tutta Italia, che oggi bocciano i signori di palazzo su tutta la linea e ad ogni livello, che quelle scelte erano corrette.
Questa sentenza, ora, apre la strada al risarcimento milionario che i tre dirigenti destituiti da Mellone hanno legittimamente richiesto al Comune di Nardò, oltre alle spese legali che solo fino ad oggi ammontano a svariate decine di migliaia di euro. Un danno enorme per le casse comunali e quindi per i cittadini di Nardò, che noi - lo diciamo fin da subito - chiederemo che a pagarlo siano gli autori di questo disastro, cioè Pippi Mellone e i suoi assessori. E lo faremo recandoci direttamente alla procura della corte dei conti.
Nardò non può pagare i danni compiuti da persone evidentemente incompetenti e animate dalla sola sete di potere.
*I Consiglieri Comunali*
Lorenzo Siciliano
Carlo Falangone
Daniele Piccione