Quella di ieri sera con Reale Mutua Torino è e resterà la partita dei rimpianti. Il +16 al settimo minuto del secondo quarto poteva essere gestito meglio da HDL Nardò Basket, che possesso dopo possesso è uscita dal copione disegnato da coach Dalmonte regalando palloni e scelte discutibili. C'è il solito problema di una squadra che si sgretola quando gli avversari fanno la voce grossa o semplicemente smettono di sbagliare e c'è da qualche partita anche il problema di singoli che appaiono molto lontani dai propri standard di rendimento. Inutile dire che Nardò e molte delle compagini di questo torneo non possono permettersi partite in cui qualcuno non timbri il cartellino delle presenze e dell'apporto personale in termini di punti, energia e solidità.
Un'occasione sprecata, dunque, anche perché Torino è apparsa formazione solida, plasmata dalle idee e dall'esperienza di Boniciolli, ma comunque alla portata di Iannuzzi e compagni, che nei primi due quarti (finiti 20-13 e 15-11) hanno imposto la propria superiorità in maniera evidente. È alla distanza che i granata hanno perso il timone, imbarcando acqua, smarrendo la rotta e finendo sepolti nel terzo e quarto tempo da ben 50 punti dei gialloblu. HDL ha tirato con il 24% da tre e ha perso 20 palle, ha sofferto nel pitturato e non ha sfruttato la situazione falli a carico dei torinesi, che hanno finito con Taylor, Seck e Ghirlanda con quattro infrazioni a testa. Il modo in cui Reale Mutua aveva avuto la meglio su Fortitudo appena tre giorni prima, riprendendo il match con 30 punti segnati nell'ultimo quarto, doveva suggerire valutazioni diverse sulla sua tenuta fisica e forse soprattutto mentale.
"Ci sono mille opinioni, tutte soggettive - ha detto nel dopo gara coach Luca Dalmonte - e ci sono dei dati oggettivi. Per esempio, i dati oggettivi sono che nei secondi 20 minuti abbiamo subito 50 punti o che abbiamo regalato a Torino 20 palle perse. Non possiamo permettercelo. Ma soprattutto non possiamo permetterci di non avere l'apporto di tutti. È necessario avere più disciplina, in relazione alle palle perse, ed è necessario avere più senso di responsabilità, e mi riferisco a giocatori pronti per giocare. Non abbiamo tempo, non abbiamo tempo per allenare la disciplina, perché tra 4 giorni siamo di nuovo in campo ed eravamo in campo 3 giorni fa. Nel momento in cui il flusso della partita va nella direzione da noi desiderata, siamo a testa alta, con grande presenza. Viceversa, quando gli avversari cambiano questo flusso, noi abbassiamo la testa e subiamo, mentalmente e tecnicamente. Andando fuori dalla disciplina offensiva e dalle regole del piano partita difensivo". Problemi e possibili soluzioni. Come si esce da questo imbuto emotivo e da questo nuovo tunnel di tre sconfitte consecutive? "Ci si rialza comprendendo tutto questo, cercando di trovare soluzioni. Cioè, senso di responsabilità, che significa essere pronti per giocare, e disciplina, per evitare le 20 palle perse di stasera. Nei momenti chiave dobbiamo rispettare il piano partita, senza farci travolgere dagli errori".
È stato il derby del Toro ed è stata anche la sfida tra due dei più navigati allenatori di questa A2. Luca Dalmonte e Matteo Boniciolli si conoscono da una vita e si sono incrociati spesso sui parquet. Ma ieri sera, evidentemente, sono usciti dal Pala San Giuseppe con umori ben diversi. Il coach granata con i rimorsi di un'occasione gettata al vento e con qualche linea di febbre, quello gialloblu con le certezze di avere una squadra con la pellaccia dura e con un libro di Augias sotto al braccio, "La vita s'impara", metafora di una serata in cui l'omone di Trieste avrà imparato che non si butta mai niente (nemmeno i match virtualmente persi dopo quasi due quarti) e che a volte basta la pazienza.
"La partita di stasera - ha detto Matteo Boniciolli - somiglia molto a quella con Fortitudo. Nella consapevolezza di non avere un talento offensivo molto diffuso, noi in questa stagione abbiamo puntato sulla intensità difensiva. Nardo è una squadra eccellente, ben allenata, con idee chiare e con due scorer straordinari come i due americani, nella consapevolezza di questo avevo detto ai miei di fare una partita di pazienza. Perché avevamo più di loro la condizione fisica. I giocatori sono stati bravi dopo un primo tempo imbarazzante. Abbiamo un sistema, abbiamo delle convinzioni, sappiamo cosa fare per vincere. Nel secondo tempo abbiamo fatto 50 punti, dopo averne fatti 24 nel primo. Sono contento stasera di gente come Severino, Schina, Ajayi o Ghirlanda, che è stato capace in pochi minuti di girare l'inerzia emotiva e tecnica della partita. Credetemi, riuscire a non impazzire dopo il primo tempo di stasera mi autorizza a scrivere un libro sul basket e lo zen. Ora, dopo 4 vittorie esterne, non ci resta che sfatare la nostra fragilità interna".
Recriminare, naturalmente, non serve. Analizzare e scovare ricette, sì. Questo è stato un altro chilometro sbagliato, ma la maratona continua domenica ad Avellino.